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giovedì 22 novembre 2012

Le 10 cose che odio di questa generazione di giochi.

Le opinioni espresse in questa rubrica sono personali e potrebbero differire da quelle degli altri membri dello staff di Videogiocare.

Ebbene si, visto che ci stiamo avvicinando sempre di più al fatidico giorno in cui verrà ufficialmente decretato il Game Of The Year  del 2012 (naturalmente anche noi di Videogiocare eleggeremo il nostro) mi sembra giusto fare un po' di classifiche. Classifiche di ogni genere, che possano esprimere un poco le mie opinioni su questo convulso mondo dei videogiochi.
Cominciamo con le 10 cose che più odio di questa generazione videoludica:



Numero 10, Le limited edition fatte male: 

Quello che contraddistingue il vero gamer dal fruitore casuale è proprio la versione del gioco che i due acquistano. Mentre al normale acquirente non interessa nulla se non il gioco, al geek piace assolutamente avere quel qualcosa in più da poter sbattere in faccia agli amici quando si presentano a casa sua. Ed ecco allora nascere le limited edition fatte appositamente per l'uomo che non si accontenta. Se da una parte esistono delle limited molto belle come quella di Infamous 2, che oltre ad una statuina e ai vari contenuti digitali ti dava anche uno zaino ad un prezzo molto ragionevole, dall'altro lato cercano di rifilarci patacche orrende ripiene di immondizia. Molto spesso inoltre di uno stesso gioco fanno più di una limited, e a volte addirittura fanno limited e superlimited come nel caso dei recenti Assassin's creed 3 e Resident Evil 6 (di cui esistevano addirittura 8 versioni diverse). Quello che più di tutto odio sono le limited che contengono solamente un artbook o un dvd del makin' of...oggetti che potrebbero benissimo risparmiarsi . Adoro invece quelle che ti danno magliettine, portachiavi e gadget utilizzabili in genere. E poi ....una limited deve essere limited...se ce l'hanno cani e porci che razza di limited è??

Numero 9, Le licenze sprecate:


Nella grande corsa alla vendita selvaggia di questo o di quel titolo sempre più spesso compaiono sul mercato dei giochi ispirati a libri, fumetti, film e vari Tie-in delle maggiori produzioni televisive e cinematografiche (vedi Lost o Game of Thrones).
Purtroppo, non si capisce per quale motivo, la maggior parte di questi giochi sono delle benemerite "cacche sul marciapiede". Questo perchè la maggior parte di queste produzioni vengono realizzate in fretta e furia senza preoccuparsi della qualità finale del prodotto dato che si fa affidamento più sul brand di cui porta il nome che sulla sua reale qualità. Non sarebbe più proficuo produrre un bel gioco piuttosto che mille schifezze?
Anche perchè quando vedi giochi come Batman Arkham Asylum ti rendi conto che fare dei bei giochi su licenze importanti non è impossibile , basta dedicarcisi un minimo. Solo che poi ti capitano in mano Thor, Ironman e Superman e ti rendi conto che quello che in realtà vogliono fare è solo prenderti per il culo.

Numero 8, Le recensioni comperate:

Quando l'anno scorso seppi dell'uscita di Skyrim feci una scommessa con i miei amici. Indipendentemente dalla qualità del gioco sarebbe stato GOTY. Detto e fatto. Ora non dico che non sia un bellissimo gioco, ma secondo me non era il più bello del 2011. Purtroppo la maggior parte delle riviste o dei siti sono soggetti alla legge del mercato e alla sudditanza psicologica. Non si può dare un voto più basso dell'8.5 ad un GTA anche se fa veramente schifo, stessa cosa vale per Call of Duty come per  The Elder Scrolls.
Il più delle volte non è consentito dare ad un certo gioco un voto inferiore ad un tot pena l'esclusione dal circuito delle copie promo che occorrono per le recensioni. Molte software house vogliono una copia della recensione con tanto di voto e se ciò che il recensore scrive non è di loro gradimento si viene rimossi dal giro e basta. Altre volte invece sono gli stessi recensori che quando devono scrivere di un titolo troppo importante vivono la cosa con un certo timore reverenziale e si trovano così a dare voti che non sono esattamente obbiettivi.
Io stesso ho subito questo tipo di sudditanza quando feci la recensione di Assassin's Creed 3. Gioco sicuramente valido ma che se potessi valutare adesso sarebbe molto lontano da quel 9 che gli diedi qualche settimana fa. Il suo vero voto e' il 7.5 dovuto ai troppi bug, alle troppe missioni ripetitive ed al fatto che tutte le cose che devi fare all'interno della smisurata mappa di gioco non hanno una connessione tra loro, ma sono piuttosto confuse e noiose.

Numero 7, I sequel dei prequel dei sequel:

Quando negli anni '90 usciva un gioco che riscuoteva un discreto successo, tutti sapevano che di lì a breve avremmo visto la comparsa un suo sequel. La cosa era in un certo senso gradita al pubblico che (allora) non faceva altro che presentarsi nella sala giochi di fiducia e spostare la sacchettata di monetine quotidiane da Street Fighter 2 a Super Street Fighter 2. Con l'avvento delle home console questo fenomeno ebbe una lieve flessione e salvo qualche sporadico titolo (delle saghe più importanti) il fenomeno dei sequel fu limitato. In questa nuova generazione di console si è passati dal semplice concetto di sequel a quello di saga. Giochi che nascono come trilogie ancora prima di sapere se piaceranno. La maggior parte delle volte va bene, ma spesso capita (come nel caso di Too Human) che il primo dei giochi della serie floppa di brutto ed il progetto viene cancellato lasciando quei poveri fessi che hanno avuto la costanza di arrivarci in fondo con l'amaro in bocca perchè non sapranno mai come va a finire la storia.
Quando però il titolo va bene e la trilogia arriva alla sua naturale conclusione, le software house sono alquanto restie a rinunciare al titolo che tanto prestigio e tanti dindini ha portato nelle loro tasche e quindi ecco i prequel. Storie ambientate anni prima del primo capitolo in cui vediamo (più o meno) gli stessi personaggi da giovani e in cui ci vengono raccontati degli antefatti utili a comprendere meglio la storia. Poi naturalmente escono i sequel dei prequel e qualche volta addirittura un prequel del sequel del prequel. Ormai è praticamente impossibile trovare un titolo che non abbia un numero in copertina o che non sia comunque legato ad un altro.
Purtroppo questo porta ad un appiattimento assoluto del mercato che non offre più titoli nuovi ma solo la stessa minestra riscaldata all'infinito. Inoltre l'ultima grande tendenza del mercato sono le collection HD. Vale a dire titoli della scorsa generazione rimasterizzati in alta definizione e venduti per nuovi a quei poveri nostalgici che magari si farebbero volentieri una partita al vecchio Metal Gear Solid 2 . Questo perchè ormai le idee sono finite e si deve ricorrere a quelle già usate per offrire ai giocatori più esigenti titoli validi.

Numero 6 , I giochi tripla A:

Esistono i capolavori , i flop e i giochi normali.
Quando esce un gioco nuovo, cioè che non fa parte di una saga, in genere può appartenere a due categorie: i capolavori o i flop. I capolavori sono quei giochi molto pubblicizzati o sviluppati da case molto importanti e generalmente hanno una scala di voti che parte dal 8 e va in su. I flop invece sono i giochi normali che però fanno schifo. Vuoi per un problema di giocabilità, vuoi per una storia che non piace praticamente a nessuno o vuoi per un problema di bug che affligge il titolo in tutta la sua totalita'. Tralasciando i capolavori, di cui già ho parlato nel punto 8, è invece interessante il discorso relativo alle altre 2 categorie. Un gioco che prende 7 e' considerato dalla maggior parte dell'utenza appena passabile....ma 7 e' in realtà un signor voto. Basta pensare allo studente medio che per prendere una media del 7 venderebbe madre, padre e sorella. Molto spesso capita di giocare titoli di questo tipo per curiosità o perchè consigliati da un amico e il più delle volte arrivare alla fine di questi giochi ci da una soddisfazione maggiore rispetto a tutti gli altri. Questo perchè un gioco che prende 8 o 9 mi crea un certo tipo di aspettative che,nella maggior parte dei casi, vengono tradite  e quindi pur giocando un bellissimo ed appassionantissimo titolo mi ritrovo un po' insoddisfatto. Un gioco che prende voti più bassi può essere invece una sorpresa continua e tutti i difetti che ci trovi dentro sono comunque dettagli, visto che da un titolo che prende un 6 non ti aspetti certamente l'eccellenza videoludica che ti aspetteresti da un Call of Duty.


Numero 5, Online a tutti i costi:

La longevità di un titolo è molto spesso determinata da quanto appassionante sia una delle componenti dello stesso. Ci sono titoli come Skyrim che tengono i giocatori incollati allo schermo per più di 200 ore data la enorme quantità di ambienti esplorabili, e titoli come God of War che una volta esaurita la trama non offrono molti spunti per essere rigiocati se non la voglia di portare a termine la lista degli obbiettivi o dei trofei (ma di questo parleremo dopo). Gli sviluppatori hanno perciò pensato di inserire nei loro giochi anche una componente multiplayer in modo da tenere i giocatori attaccati al titolo per qualche ora in più. Questa idea non sarebbe nemmeno sbagliata, il problema è che spesso le componenti multiplayer vengono sviluppate male o in maniera completamente illogica. Cosa che ci porta a ignorare completamente quella parte del titolo . Purtroppo l'aggiunta di componenti multiplayer viene spesso utilizzata come palliativo per poter sviluppare un gioco più corto del normale (spesso per carenza di idee). Esistono titoli come Call of Duty che fanno del multiplayer il loro maggior punto di forza e inseriscono una trama (davvero molto bella in tutti i titoli della serie) molto corta per accontentare anche coloro che non amano molto il multiplayer. In un titolo sparatutto di guerra come questo è assolutamente normale e giusto che la cosa funzioni così; ma in un titolo come Assassin's Creed che invece fa della narrazione la sua maggiore attrattiva, che senso può mai avere una componente online oltretutto sviluppata in maniera nemmeno troppo geniale? Inoltre recentemente si sta abusando delle componenti online in titoli che vivrebbero molto meglio senza di esse mentre viene quasi del tutto ignorata in giochi che invece ne trarrebbero grosso vantaggio. Esempio lampante è quello di Dragon's Dogma di Capcom che sarebbe stato il titolo perfetto da giocare in cooperativa con altri 4 amici. Invece il titolo è solo single player e l'unica componente online consiste nello scambio di Png tra giocatori che e' utile ma non divertente.
Oltre poi alla parte multiplayer questa generazione ci ha lasciato in eredità anche i dannatissimi trofei/obbiettivi. Giocando infatti, sia online che offline, ci viene richiesto di compiere determinate azioni che se portate a termine sbloccano nel caso di Playstation delle medaglie chiamate trofei e nel caso di Xbox dei punti chiamati obbiettivi. Completando tutte queste sfide si puo' ottenere un trofeo di platino sulla macchina Sony o mille punti su quella Microsoft. Lo sblocco di questi achievement e' assolutamente inutile ai fini del gioco ma molti giocatori amano avere nel loro profilo questa sorta di gratificazione personale.

Numero 4, DLC, Marketplace e servizi online:                                                                       


La grande rivoluzione apportata da questa nuove generazione di console e' stata sicuramente la nascita dei servizi online legati alle nostre macchine da gioco. In passato ci avevano gia' provato sia SEGA, che aveva inserito un modem 56k nella sua Dreamcast, sia Microsoft, col prototipo di xbox live sulla prima Xbox, seguite poi in modo alquanto maldestro da Sony con un servizio online pessimo per play2. Quel tipo di Online pero' permetteva solamente di giocare ad alcuni titoli sviluppati appositamente come il leggendario Phantasy Star Online della macchina SEGA o i vari Halo, Mechwarrior e Rainbow Six di Xbox.
Quando idearono questa nuova infornata di macchine da gioco sia Microsoft che Sony pensarono bene di avvicinare il più possibile il mondo delle console a quello del PC che ormai faceva dei servizi Online il suo maggior punto di forza. Ecco allora nascere PlayStation Network e rinascere XboxLive in una forma molto più definita e strutturata. Il principio di base è quello semplice del download di contenuti aggiuntivi , il rilascio di patch e ultimamente anche il download di giochi interi grazie al servizio di digital delivery.
Se da una parte questa novità ci ha permesso di avere tutti i vantaggi che i giocatori PC potevano godersi da anni (quali il rilascio di correzioni ai vari bug, o l'aggiunta di nuovi livelli), ha portato anche alla peggior speculazione possibile. I vari contenuti aggiuntivi vengono infatti venduti a prezzi esorbitanti facendo leva sulla voglia dei giocatori di avere sempre di piu'. Ecco allora le varie Skin per le armi, i vestiti aggiuntivi per il nostro protagonista o per i comprimari ed anche alcuni pacchetti interi contenenti avventure o mappe online. Da un certo punto di vista la cosa non è assolutamente criticabile dato che lo sviluppo di nuove componenti di un gioco richiede tempo e denaro, ma ci sono casi eclatanti che ai giocatori proprio non vanno giu'. Simbolico fu ciò che accadde con Assassin's Creed 2 dove due capitoli del gioco vennero appositamente rimossi dal prodotto finito per essere poi venduti separatamente dopo alcuni mesi. O come accade spesso nei picchiaduro (specialmente quelli marchiati Capcom) in cui nel disco sono già presenti molti più personaggi di quelli che sono effettivamente giocabili e che vengono sbloccati solamente tramite l'acquisto di codici online. Altra grave pecca che è diretta conseguenza della precedente, e' stata quella dei giochi incompleti. Sempre più spesso vengono infatti rilasciati giochi mal realizzati o sviluppati in fretta e furia senza il dovuto betatest, tali giochi vengono, di fatto, testati dagli utenti i quali poi si vedono uscire decine e decine di patch correttive che aggiustano quei bug che avrebbero altrimenti reso ingiocabile il titolo. Esempi lampanti sono i vari sandbox Bethesda come Oblivion e Fallout o il recente Mass Effect 3 di Bioware.
C'e' poi una sostanziale differenza tra il servizio Online di Sony e quello di Microsoft. La casa giapponese infatti ha scelto di lasciare gratuito il proprio servizio online e di creare una membership a pagamento che serve unicamente ad ottenere sconti speciali sui prodotti presenti nel market o addirittura alcuni giochi completi in regalo. Microsoft invece esige un abbonamento Gold per il gioco online, rendendo quindi inaccessibile il servizio di gaming multiplayer a coloro che non vogliono sottostare al "pizzo" richiesto dalla Software House di Redmond . Inoltre le offerte presenti sullo store di quest'ultima sono nettamente inferiori a quelle che invece sono settimanalmente aggiornate su quello di Sony.
Ultimo punto (questo vale solo per i PC ma sono sicuro che a breve il morbo si estenderà anche alle console) è la scioccante nuova invenzione delle Beta a pagamento. Creando infatti un enorme Hype intorno a certi titoli soprattutto i Mmorpg  (Massive Multiplayer Online Role Playng Games), generano negli utenti una voglia smodata di giocare questi titoli il più presto possibile. A quel punto circa 7-8 mesi prima del lancio del titolo vendono il gioco in beta a prezzo pieno consentendo ai poveri gonzi che ci cascano di giocare un titolo sviluppato a metà e nel frattempo non sono costretti a pagare per la fase di betatest che occorrerebbe per ottimizzare il gioco. I giocatori infatti segnalano i bug e riportano ciò che secondo loro non funziona nel titolo. Naturalmente al termine del periodo di Betatest (che poi sono all'incirca 3 o 4 week-end in 7 mesi), tutti i personaggi , tutte le caratteristiche e tutto il gioco viene resettato e si ricomincia daccapo.

Numero 3, I Pass Online:                                                                                                           

 
La nuova tendenza (leggi truffa) inventata dalle varie SH e' il cosiddetto Pass Online.
Nella scorsa generazione di console due Playstation su 3 erano modificate ed in grado di leggere giochi masterizzati e la stessa cosa valeva anche per le Xbox. Grazie all'inserimento del servizio online le case produttrici delle nostre macchine hanno potuto, con dei costanti aggiornamenti software e firmware, bloccare quasi totalmente il fenomeno della pirateria. E' infatti molto rischioso modificare la propria console ed accedere ad internet in quanto vi è la quasi matematica certezza che 1) il nostro account venga bannato 2) La nostra console venga "bruciata" e resa cosi' inutilizzabile (realtivamente ad i servizi online ovviamente). Si è allora diffuso a macchia d'olio il mercato dell'usato. Sempre più spesso infatti i giocatori acquistano titoli usati pagandoli molto meno di quanto costerebbero nuovi. Alle case produttrici questo non piac,e dato che il loro guadagno è totale solo nel caso di vendita di copie nuove. Si sono quindi inventati il Pass Online ovverosia un codice monouso che rende possibile il gioco online. In caso di mancanza di questo codice, il gioco sarà utilizzabile solo in modalità single-player. Ovviamente i Pass Online sono acquistabili anche nei marketplace delle varie console al "modico" prezzo di 9.99 €. A chi non importa di giocare online questo non fa ne caldo ne freddo, ma è ben chiaro che in giochi come Fifa o Call of Duty l'assenza della modalità multiplayer rende il prodotto più che monco.

Numero 2, I Motion Controller:

Vera grande piaga di questa generazione sono i maledettissimi Motion Controller, accrocchi che attaccati alla nostra console permettono di utilizzare, non più dei normali joypad, ma il nostro corpo per giocare.
Primo prototipo di questo scempio videoludico fu Eyetoy, una piccola telecamera che agganciata alla PlayStation 2 rendeva possibile interagire con alcuni piccoli giochi dedicati. Naturalmente si trattava per lo più di giochi da bambini quali: colorare lo schermo, colpire dei piccoli ninja che comparivano ai bordi del nostro televisore e giocare ai quiz game con la nostra faccia. La vera rivoluzione del genere iniziò con lo sciagurato avvento sul mercato del Nintendo Wii, che fece del motion controller la sua caratteristica. La console veniva infatti venduta priva di joypad ma con un piccolo telecomando dotato di sensori di movimento interni che rendeva possibile interagire con i vari titoli della console. Dopo qualche anno comparvero sul mercato i Motion Controller anche di PlayStation 3 e Xbox 360 chiamati rispettivamente : Move e Kinect. Il primo sfruttava la telecamera Eyetoy, riadattata alla nuova generazione. ed un telecomando molto simile a quello di Nintendo (cambiava la forma che era cilindrica al posto del rettangolo). Il motion controller di Sony era effettivamente molto più preciso e reattivo di quello Nintendo che venne in seguito migliorato con l'aggiunta del motion plus, un piccolo attrezzo, che agganciato ai controller ne miglioravano le prestazioni e che fù in seguito integrato ai nuovi modelli di telecomando.
Kinect invece rinunciò completamente a qualsiasi tipo di controller utilizzando solamente un sensore da porre sotto la televisione e che consente di utilizzare ogni parte del corpo e qualsiasi oggetto disponibile per giocare. Ed ecco quindi un piatto diventare un volante ed un manico di scopa diventare una spada. Purtroppo il sensore Kinect è di tutti e tre i controller quello più impreciso e meno reattivo, nonostante si avvalga di un'ottima funzione vocale che ci permette di comandare la console ed alcuni giochi solo impartendo tramite voce i nostri ordini.
Grave pecca di questi motion controller (che di per se stessi sarebbero anche una buona invenzione) sono i giochi. Le produzioni nate per questo tipo di oggetti sono, molto spesso, dei pessimi giochi pieni di problemi e trasudano di inutilità. Unici titoli che si salvano sono i cosiddetti "giochi di pistola", che grazie alla precisione di questi controller hanno giovato del cambio dalle periferiche a pistola delle scorse generazioni e qualche sporadico titolo come i Mario Galaxy ed alcuni giochi di guida.


Numero 1, Nintendo:                                                                                                                  

Ebbene si, al primo posto delle cose che più ho odiato di questa generazione c'è proprio lei, la casa di Mario. Devo premettere che io e Nintendo non siamo mai stati grandi amici vista la sua propensione ai platform, ed agli innumerevoli pupazzi che hanno sempre accompagnato le sue console. Ho però sempre riconosciuto che console come Nes, SuperNes, GameCube ed i vari portatili fossero delle ottime macchine .
In questa generazione però Nintendo ha voluto approfittare dell'ingenuità, ed ha speculato e sputtanato il mondo del videogame trasformando quella che avrebbe potuto diventare una forma d'arte in una ridicola pantomima. Mi spiego meglio: l'uscita di Wii, come dicevo nel punto 2, fu caratterizzata dalla scelta, ripeto sciagurata, di non inserire un normale joypad nella console ma di sostituirlo con un simpatico dildo di plastica. Inizialmente la macchinetta vendette più che altro tra gli affezionati Nintendo e i fan di Mario, dato che aveva Mario Galaxy come Killer Application di lancio. Dopo qualche mese, il grande pubblico scoprì Wii sports e l'idea di poter giocare a ping pong agitandosi in soggiorno fece molta gola ai meno avvezzi al mondo dei videogames, mentre gli hardcore gamer guardavano una macchina senza senso che aveva solo 1 videogioco interessante.
Piccolo "tra parentesi"....Nintendo Wii si presentava in un mercato in cui già esistevano PlayStation 3 e Xbox 360 con un Hardware di poco superiore a quello della precedente generazione di console (ovvero play2 Xbox e GameCube) cosa che di fatto rendeva impossibile ogni tipo di conversione dei titoli in uscita per le altre due console anche sulla macchina Nintendo. Solo Konami ed EA ci provarono con Pes e Fifa, ma il caratteristico controller Nintendo rendeva abbastanza complicato giocare ad un titolo calcistico. Fine del "tra parentesi".
Nintendo comprese immediatamente che non avrebbe potuto competere sul mercato dei videogames diretti agli hardcore gamers perchè Xbox 360 e Playstation 3 l'avrebbero ammazzata senza riserve. Decise allora di investire le proprie forze verso due categorie diverse di persone. I bimbiminkia e le fidanzate dei giocatori. I bimbiminkia avevano i loro pupazzetti, i loro Pokemon e potevano agitarsi senza sosta in salotto senza sentirsi sgridare, mentre le fidanzate dei giocatori venivano finalmente coinvolte in un mondo che fino ad allora le aveva esiliate per la loro incapacità di maneggiare un controller che non avesse una forma fallica. Fu allora che nacque la seconda grande sciagura portata da Nintendo ovvero la Balance Board. Con l'avvento di questa assurda periferica ogni cicciona col sedere chewingommoso del mondo si mise in casa una macchina Nintendo convinta che, stare seduta due ore a tenere accesa una candela virtuale avrebbe magicamente reso quel quintale di bovino adulto una filiforme modella da copertina di playboy. I fidanzati più stupidi abboccarono a questa "nassa" tirata da Nintendo, mentre quelli più svegli capirono che, fino a quando la fidanzata si fosse trastullata con la Balance Board, loro avrebbero potuto giocare in tutta tranquillità Uncharted, Gears of War e sfidare tutti i loro amici ad interminabili tornei di Pro Evolution Soccer.
Non contenta della truffa perpetrata in questi ultimi anni Nintendo ha deciso, con un colpo a sorpresa di presentare all'E3 del 2011 una nuova console dal poeticissimo nome di Wii U.
Tutti rimasero scioccati dal fatto che avesse anticipato tutti rilasciando una nuova console quando ancora, nè Sony, nè Microsoft, avevano accennato ad una possibile nuova macchina da gioco. La verità fu presto svelata. In realtà la nuova nata di casa Nintendo altro non sarà che una console con l'hardware che già montano Playstation 3 e Xbox 360. Naturalmente si guardano bene dal dire che la tecnologia che sfruttano è vecchia, e ti bombardano con slogan che inneggiano ad una nuova generazione di fatto mentendo ed imbrogliando l'utenza con bugie e falsa informazione. Ovviamente anche in questo caso Nintendo vuole stupire e lancia ai suoi pesciolini inconsapevoli un'esca a forma di tablet. Il controller di questa nuova macchinetta è infatti un assurdo incrocio tra un controller ed un tablet. Ora l'idea non è del tutto malvagia in quanto nel monitor del tablet si possono visualizzare mappe statistiche e quant'altro, ma è una feature che già è presente su Xbox 360 e funziona con qualsiasi tablet. Inoltre nello spot pubblicitario, mostrano che il tablet può essere utilizzato per giocare ai giochi senza che sia necessario impegnare un televisore. Beh....certo....utilissimo....considerando che non ti dicono che puoi giocare per circa 10 minuti prima che la batteria del tablet/controller si esaurisca e che, comunque, credo non esista più un solo bambino/ragazzo/giocatore che non possegga un proprio televisore a cui attaccare la console.
Ovviamente anche questa console nasce con un Mario come titolo di lancio, a fare da specchietto per le allodole ed attirare i poveri gonzi. Ma questa si fregia del porting di alcune grandi PI quali Batman Arkham City, Darksiders 2 e (ahimè) Mass Effect 3. Inoltre si vantano anche dell'esclusiva di Zombi U e di Bayonetta 2. Il primo e' un gioco sviluppato da Ubisoft che nei suoi primi giorni di vita ha collezionato dei poco lusighieri voti come 4.5 su Gamespot e 73/100 su NintendoLife (cioe' su un sito che parla solo di Nintendo gestito da Fanboy Nintendo....non dico altro). Il secondo e' invece un titolo di SEGA che non ha convinto i giocatori ed è diventato un gioco per soli appassionati.
Ultimo e poi giuro che con questa chiudo, la simpatica questione della longevità; già perchè alla fine dei conti una console che nasce con un hardware vecchio di 6 anni non può sperare di durare poi molto. Probabilmente già durante il prossimo anno verranno annunciate le nuove console di Microsoft e Sony le quali, da quanto promesso in questi primi mesi di rumors, saranno dotate di hardware in grado di rivaleggiare con i migliori personal computer di ultima generazione. Ciò porterà inevitabilmente ad un totale abbandono della console da parte delle maggiori software house che si dedicheranno allo sviluppo di titoli per le nuove console lasciando alla sola Nintendo lo sviluppo di titoli per la sua nuova nata.