Diciamoci la verità, nel precedente episodio, i signori di EA Los Angeles (al secolo Danger Close), rispolverando il franchise Medal Of Honor in chiave moderna, abbinando il tema della guerra al terrorismo in Afghanistan all’impegno delle Forze d’élite, i cosiddetti operatori Tier 1 (nel caso specifico Americani), avevano confezionato un discreto prodotto riscontrando un buon successo soprattutto in chi come il sottoscritto gradisce ancora, in un fps bellico contemporaneo, oltre al comparto multiplayer, un minimo di storia e atmosfera verosimili, attraenti e un pò piu’ variegati.
Logica vuole quindi che sin dalle prime voci di realizzazione di questo secondo capitolo, e, con due anni a disposizione per lo sviluppo, le aspettative siano alte nonché riponenti di belle speranze.
Quando poi si è diffusa la notizia sull’inserimento dei Corpi Speciali d’istanza in diverse Nazioni e la conferma della collaborazione con DICE per il motore grafico FROSTBITE 2, l’hype è salito alle stelle, ed immaginateVi la bava alla bocca alla visione di questo “wall” alla gamescom di Colonia.
Purtroppo mancano i due corpi d’eccellenza Italiani (e non solo): il GOI del COM.SUB.IN. della Marina e il 9° Reggimento dei Parà “Col Moschin”, ma…ci accontenteremo della concorrenza.
Una mostruosa campagna mediatica da parte di EA con tanto di videocolonna sonora dedicata da parte dei Linkin Park e la abbondantemente sventolata “consulenza” tecnica di reali operatori militari hanno condito la lunga attesa fino al Day One stesso e oltre come possiamo vedere attualmente anche in TV. Il target diventa inequivocabilmente da Tripla A.
Ora pero’ siamo arrivati al fatidico momento di inserire il disco e dopo l’installazione immediata di una bella ”patchettina” annunciata e 1.7gb di texture HD, possiamo armarci fino ai denti e partire per il MedioOriente…..
Mai Delusione fu piu’ grande nella mia carriera di videogiocatore in servizio permanente effettivo!
Dopo un inizio scoppiettante (nel vero senso della parola) anche visivamente appagante, ci tocca un mezzo tutorial tra le fila nemiche nel quale facciamo la prima conoscenza delle nuove implementazioni, ovvero sia l’utilizzo attivo della mira sporgendo dalla copertura tramite il controllo del dorsale superiore Sx in combinazione con le levette analogiche, e lo sfondamento delle porte selezionando la procedura da una rosa di scelte che si autoalimenteranno nel corso del gioco. In primis con un bel calcione…arnesi, armi o esplosivi seguiranno poi, sempre che riusciate a centrare in testa gli sprovveduti al di là del muro in una specie di minigioco in “slowmo-bullet time” dopo aver lanciato in automatico una flashbang. Utile la prima soluzione, pallosa, ripetitiva e inutile la seconda. Niente male invece la veloce disponibilità dell’ottica di mira alternativa su una stessa arma predisposta “splittabile” tramite la pressione dell’analogico Dx.
Comiciamo quindi la vera e propria caccia al cattivone di turno in una campagna che durerà sì e no 5 ore, caratterizzata da ambientazioni, tranne qualche eccezione paesaggistica, come le lande Pakistane o le Filippine alluvionate, il piu delle volte ridotte a un poligono di tiro con orde di nemici dall’intelligenza artificiale di un tricheco (con tutto il rispetto) morto, ridotti dallo scripting a correre spesso e volentieri dal punto A al punto B e ritorno con raffica e copertura per ricarica cadenziate come un metronomo. Verremo però in compenso spammati di bombe a mano che non potremo rilanciare e colti da dietro da qualche talebano o chicchessia “spawnnato” dal nulla. Anche i compagni di squadra comunque non crediate siano delle linci perché non mancano di certo comiche scenette di interi caricatori sparatisi a vicenda da un metro a vuoto o sulle coperture reciproche. A tal proposito una pecca paurosa consiste nella scelta di lasciare la possibilità di rifornirsi a nastro presso un compagno per tutta la durata della missione appiattendo di molto l’appeal della sfida. Le routine comportamentali lineari e ripetitive lasciano a desiderare, con un adattabilità inesistente. Non azzardateVi poi a cercare di variegare troppo il plot preconfezionato o ad esplorare od avanzare troppo in solitaria perché verrete lasciati bellamente in balia del nemico senza un minimo di cooperazione ed addirittura spinti fuori dalla copertura nel caso occupaste un posto calcolato per un compagno!
La rosa di armi utilizzate durante la campagna è limitata ma è opportuno ricordare che risultano a livello funzionale molto ben realizzate, con un buon feedback e caratteristiche specifiche ottimamente riportate quali il rinculo, il sonoro e la cadenza di fuoco.
L’incedere monotono avanza e spara è intervallato da brevi sessioni sniper, un bel binarione su elicottero e gommone, ma, gradita novità, stavolta troviamo anche alcune sessioni alla guida spericolata di un auto all’inseguimento prima e in fuga poi, compresa una di parcheggio “pseudostealth” che, pur essendo lineari rimangono discretamente implementate in quanto sviluppate da specialisti del settore: Criterion.
Graficamente e tecnicamente invece non ci siamo, nonostante le sopramenzionate texture HD (figuriamoci senza) che rendono solo un po’ di lucidità e riflessi “patinosi” in più nel primo piano, tutto il resto rimane scialbo e abbastanza confuso. Bug a quadrettoni e incroci di poligoni si sprecano; avvistate anche ripartenze dopo una morte al di sopra e/o al di sotto del piano di camminata e guida risolvibili solo con l’abbandono della missione. E la famosa distruttibilità? Inesistente se non strettamente prevista.
Il filo narrativo, per concludere è praticamente incomprensibile a causa di un paradossale avanzamento a colpi di flashback, tanto di moda adesso, ma scollegati tra loro. La caratterizzazione dei personaggi ridotta all’osso con l’impiego di cut scene a primo impatto ben realizzate ma un pò troppo “manichinose”. Leit motiv: il rapporto con moglie e figlia del protagonista Preacher. Non mancheranno colpi di scena emozionali e ritorni eccellenti per arrivare alla conclusione politically correct del supereroe dell’ombra americano.
Pur non avendolo approfondito, dato il periodo caldo, il comparto multiplayer rappresenta il lato migliore della produzione. Sia chiaro i bug non mancano: respawn fantasioso, audio che scompare, motore grafico solo lontano parente del "FROSTY" di BF3, e mappe limitate numericamente seppur ben ponderate sotto il profilo dei diversi scenari di ingaggio. Innovazione di alto livello a mio avviso consiste nell’isituzione dell’ormai famoso FIRETEAM che Ti lega indissolubilmente con un compagno in una simbiosi molto tattica ed indispensabile per fare incetta di punti extra.
Le personalizzazioni di altissimo livello infinitamente combinabili e le caratteristiche proprie di ogni reparto selezionabile sono la base del divertimento che il feedback realistico ci renderà in battaglia a seconda degli obbiettivi e della mappa che stiamo per selezionare assieme al nostro fedele Teammate. Come modalità da segnalare, oltre le solite, si distinguono: Hot Spot con l’obbiettivo di conquistare 3 su 5 locations che si attivano random sulla mappa in progressiva visualizzazione e Home Run dove dovremo rubare una bandiera e scortarla alla base senza respawn, si muore definitivamente, quindi tatticismo estremo. Operazioni Reali invece ci permetterà di affrontare partite con hud minimo, fuoco amico e respawn limitato in tempi e luoghi.
Le personalizzazioni di altissimo livello infinitamente combinabili e le caratteristiche proprie di ogni reparto selezionabile sono la base del divertimento che il feedback realistico ci renderà in battaglia a seconda degli obbiettivi e della mappa che stiamo per selezionare assieme al nostro fedele Teammate. Come modalità da segnalare, oltre le solite, si distinguono: Hot Spot con l’obbiettivo di conquistare 3 su 5 locations che si attivano random sulla mappa in progressiva visualizzazione e Home Run dove dovremo rubare una bandiera e scortarla alla base senza respawn, si muore definitivamente, quindi tatticismo estremo. Operazioni Reali invece ci permetterà di affrontare partite con hud minimo, fuoco amico e respawn limitato in tempi e luoghi.
Concludendo, un gioco mediocre con un campagna corta e scialba e un multiplayer che vorrebbe ma non puo’. Mirando palesemente alla tripla A, Electronic Arts si merita di sicuro un’insufficenza per la prima parte, mentre possiamo essere piu’ magnanimi con la seconda. Putroppo però dobbiamo acquistarle entrambe ed a caro prezzo, quindi essendo nostro intento informare e consigliare o meno l’acquisto Vi invitiamo serenamente ad aspettarne una copia usata dal Vostro negoziante, sempre che non bramiate per la beta di Battlefield 4. Media matematica: Single 5 – Multi 7…
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