Far Cry 3 è ambientato in un arcipelago dell'Oceano Pacifico, dove il nostro protagonista Jason Brody ed un gruppo di amici stanno trascorrendo una vacanza da sogno, tra lanci col paracadute, corse con le moto d'acqua e nuotate in acque cristalline. Come spesso accade in questi casi, l'idillio è destinato a durare ben poco e Far Cry 3 non fa eccezione. Il gruppo verrà infatti rapito da un gruppo di Pirati narcotrafficanti, capitanati da Vaas, un vero e proprio psicopatico che per i ragazzi ha in mente una macabra sorte. Jason riesce in qualche modo a fuggire dalla sua prigionia aiutato dal fratello Grant, che morirà poco prima di mettersi in salvo. Per sua fortuna, Jason incontra Dennis Rogers, un membro dei Rakyat, che promette a Jason di aiutarlo, a patto che aiuti a sua volta lui ed i Rakyat a sovvertire l'ordine vigente sull'isola. Jason non può far altro che accettare ed intraprenderà un viaggio folle non solo nell'isola ma anche dentro sè stesso, in quella che i Rakyat chiamano Via del Guerriero. Nonostante una storia del genere abbia numerosissimi rimandi cinematografici e non (due esempi fra tutti il The Beach di Danny Boyle o Lost, che ci è subito saltato in mente durante uno dei trip psichedelici del protagonista), ci appassioniamo immediatamente alle sorti di Jason e degli altri, il che è un'ottima molla per proseguire.
La storia non può reggersi tutta sulle spalle del protagonista, ma fortunatamente abbiamo un buon numero di comprimari su cui fare affidamento: oltre ai nostri amici e Dennis incontreremo tra gli altri il Dottor Alec Earnhardt, che fornirà a Jason dei medicinali molto particolari e Citra, donna piuttosto misteriosa, su cui non vogliamo anticiparvi nulla. Oltre a loro c'è ovviamente Vaas, che impareremo ad odiare fin da subito e che ci invoglierà costantemente a farlo fuori. Tra i personaggi principali di Far Cry 3 merita indubbiamente una menzione anche l'isola: possiamo esplorarla liberamente ammirando la lussureggiante vegetazione, le spiagge, i piccoli accampamenti, oltre ai templi ed altre piccole costruzioni sparse lungo tutta la sua superficie ed anche sott'acqua, dove potremo di tanto in tanto immergerci per trovare tesori, reliquie o altri oggetti rari (facendo naturalmente attenzione agli squali..).
Il titolo mescola infatti, oltre a elementi da FPS ed elementi da Free Roaming, una spruzzata di GDR ed alcune caratteristiche riprese da franchise di successo. Un'operazione del genere presenta solitamente molti rischi, dal momento che gli elementi possono risultare poco amalgamati o addirittura essere fuori luogo. Fortunatamente è successo un pò come in Darksiders, dove i rimandi a serie famose erano continui ed evidenti, ma erano coerenti con il mondo di gioco creato, col personaggio e con la storia che si voleva narrare. Tutti elementi che ne hanno decretato il successo sia di critica che di pubblico. Andiamo quindi a vedere cosa dovremo fare e come sull'isola Rook. Partiamo dal tatuaggio: quando Jason si risveglierà nella capanna di Dennis, si ritroverà con un tatuaggio sull'avambraccio sinistro: il Tatau, che contraddistingue i guerrieri Rakyat.
Questo tatuaggio verrà completato man mano che procederemo con l'avventura. Ogni azione che compieremo ci frutterà infatti un certo numero di punti esperienza: salendo di livello verremo ricompensati con un punto abilità da spendere in uno dei tre "rami". Ogni tecnica appresa contribuirà ad aggiungere elementi al tatuaggio, che rappresenta un airone, uno squalo o un ragno a seconda delle abilità che vorremo sviluppare. Quelle dell'Airone sono orientate sul combattimento a distanza e sul movimento, quelle dello Squalo sull'assalto e la cura, mentre quelle del Ragno sulla furtività e la sopravvivenza. Come in Borderlands 2, la scelta di propendere per una o per l'altra strada impatta notevolmente sul gameplay e sul modo in cui dovremo approcciarci alle missioni. Personalmente ho scelto di sviluppare le abilità che esaltano un approccio stealth, data la semplicità d'uso del coltello e dell'arco: spettacolari ed incredibilmente efficaci se utilizzati in maniera opportuna. La componente stealth è rimarcata anche dagli indicatori simili a quelli visti recentemente in Hitman 2 che compariranno qualora saremo nel cono visivo dei nemici, che ci renderanno ricercati na volta riempiti e dai loro pattern di pattugliamento da studiare per capire il momento opportuno in cui intervenire. La mappa di gioco è enorme ed esplorabile completamente fin dal primo momento, anche se questa pratica non è consigliabile visto che dovremo viaggiare praticamente "alla cieca". Per rendere visibili infatti nuove porzioni di mappa, dovremo liberare le frequenze delle 18 antenne sparse per l'isola (come accade con le torri di Assassin's Creed). Nelle porzioni di territorio liberate avremo perciò tutti gli elementi visibili sulla mappa, agevolandoci notevolmente gli spostamenti.
Liberando le zone della mappa scopriremo anche gli avamposti dei pirati (ce ne sono ben 48), riconoscibili dal fumo nero e da una bandiera rossa sventolante. Riuscire a conquistare questi avamposti significa sbloccare tutta una serie di attività extra in quella zona e renderla controllata dai Rakyat, agevolandoci nei nostri spostamenti da un punto all'altro dell'isola, oltre a renderle destinazioni per il viaggia veloce, assolutamente fondamentale in un gioco talmente vasto. L'operazione di conquista degli avamposti e le missioni in generale vanno affrontate con una certa pianificazione, visto che un avanzamento ad armi spianate ci porterà a morte (quasi) certa. Per organizzare meglio i nostri assalti avremo a disposizione la nostra macchina fotografica, che ci consentirà di "marcare" tutti i nemici, distinguendoli anche per tipologia, o svelandoci zone sensibili dell'area, come la gabbia di una tigre, che, se liberata, potrà svolgere il lavoro sporco al posto nostro. Oltre a questi aspetti, che potremmo definire "secondari", hanno ovviamente importanza fondamentale le missioni che costituiscono l'ossatura della trama principale: sono complesse e ben strutturate, oltre ad essere spesso e volentieri, spettacolari e ricche di colpi di scena. La gestione di questo tipo di missioni deve avvenire in maniera sempre piuttosto prudente perchè qualora i Pirati si accorgano della nostra presenza, chiameranno i rinforzi, che arriveranno in massa rendendoci le cose decisamente più difficili.
Tra le attività collaterali di cui ci occuperemo, quelle che svolgeremo con maggior frequenza saranno la raccolta di erbe e la caccia, attività che andranno ad "incasellarsi" nella sezione crafting: le erbe infatti ci occorreranno per creare delle siringhe, che utilizzeremo per curarci o per attivare delle abilità temporanee che ci aiuteranno durante il combattimento coi nemici o quando dovremo vedercela con la fauna dell'isola. Le pelli degli animali che avremo ucciso durante le nostre battute di caccia e successivamente scuoiato si utilizzeranno invece per migliorare il nostro inventario: aumentare gli slot disponibili nello zaino, le munizioni o le granate trasportabili. L'attività di caccia ricorda per certi versi quella di Red Dead Redemption, è stata ben implementata e nonostante possa apparire semplice può presentare dei rischi, come ad esempio cacciare un innocuo tapiro che nella fuga ci porta dritto dritto tra le fauci di una tigre che non si lascia sfuggire l'inaspettato bocconcino. Gli spostamenti da una parte all'altra dell'isola avverranno ovviamente tramite i numerosi veicoli, che comprendono oltre alle classiche vetture, tra gli altri anche gommoni, moto d'acqua ed un fantastico deltaplano. Il modello di guida è divertente, molto arcade e rende estremamente piacevole affrontare anche le gare sparse per l'isola che ci frutteranno un cospicuo bottino in caso di vittoria. Non è ancora finita perchè potremo anche avventurarci alla ricerca delle reliquie, delle memory card, delle lettere perdute e degli innumerevoli forzieri oppure affrontare alcune missioni mordi e fuggi commissionate dai Rakyat, come ad esempio l'uccisione di un ricercato, il trasporto di medicinali da un punto all'altro dell'isola o la caccia di una determinata specie animale.
Bisogna ammettere che di tutte le attività inserite nel pacchetto, queste ultime micro-missioni sono poco riuscite e piuttosto ripetitive, tanto che se non ci fossero state non se ne sarebbe sentita la mancanza, data la già di per sè enorme mole di cose da fare. Il comparto single player, insomma, ci terrà impegnati per moltissimo tempo: una ventina di ore sevogliamo seguire solo la trama principale; 40 0 più se vogliamo completarla al 100%. Ma non è finita, perchè come in ogni titolo del 2012 che si rispetti, anche Far Cry 3 ha una sezione multiplayer, suddivisa in cooperativa e competitiva. La cooperativa ci presenta una trama parallela rispetto a quella principale ed è ben implementata e stimolante da giocare. Il multiplayer competitivo presenta le ormai classiche modalità come deatmatch a squadre e conquista. La particolarità consiste nelle diverse abilità che possono essere attivate e che si rifanno a quelle del single player e la raccolta di dati che vengono decriptati tra una partita e l'altra. Purtroppo in titoli di questo tipo consideriamo il multiplayer competitivo più come un semplice riempitivo che come la portata principale, rendendolo una modalità da provare un paio di volte e niente più.
Realizzando Far Cry 3, Ubisoft ha indubbiamente imparato dagli errori commessi col secondo episodio della serie ed ha fatto enorme tesoro dell'esperienza maturata con la serie di Assassin's Creed offrendoci un titolo dalle innumerevoli qualità, sia tecniche che (soprattutto) di gameplay. Dopo le città d'arte italiane e le città americane, ci catapulta in un Paradiso tropicale pronto in ogni momento a trasformarsi in Inferno, raccontandoci una bella storia con personaggi principali carismatici ed ottimi comprimari. I pochi difetti non vanno assolutamente ad intaccare un prodotto impressionante, che va a posizionarsi di diritto a fianco a Red Dead Redemption come miglior free roaming degli ultimi anni e tra i migliori titoli di un 2012 che sta lentamente volgendo al termine. Must buy!
Voto: 9/10
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