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domenica 14 ottobre 2012

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DISHONORED (PC/PS3/XBOX360) - La nostra recensione

Oltre alle classiche sfide tra titoli calcistici (FIFA vs PES) ed FPS di guerra (COD vs Medal Of Honor), questa stagione videoludica vedrà anche un’inedito confronto tra stealth game, genere non certo diffusissimo tra il grande pubblico ma che nel giro di un mese circa vedrà lanciati sul mercato Hitman: Absolution, seguito delle avventure dell’Agente 47 e la nuova IP di Arkane Studios: Dishonored. Possiamo anticiparvi che la sfida si preannuncia davvero caldissima, tra due titoli di grandissima qualità. Ma partiamo dal qui presente Dishonored e dal carismatico protagonista: Corvo Attano.
Il nostro Corvo è una delle guardie del corpo dell'Imperatrice e le vicende partono dal momento in cui rientra a Dunwall da una delle sue numerose missioni. Suo malgarado si ritroverà ad assistere inerme all'assassinio della Sovrana ed al rapimento della figlia Emily da parte di alcuni uomini dotati di misteriosi poteri. Pochi secondi dopo verrà accerchiato dalla milizia della città ed arrestato con l'accusa di essere l'assassino dell'Imperatrice. Quando riapriremo gli occhi ci ritroveremo in cella, sei mesi dopo l'accaduto e in attesa di essere giustiziati. Fortunatamente gli eventi volgono a nostro favore perchè veniamo aiutati ad evadere da un gruppo chiamato i Lealisti, che vuole sovvertire le cose riportandole al loro ordine naturale, smascherando il complotto che ha portato al comando il Lord reggente e restituire il trono ad Emily, la naturale erede. Corvo, perso il suo onore a causa di un'ingiusta accusa, sposerà la causa dei Lealisti diventando la loro mano armata ed ottenendo la propria vendetta personale.


Come dicevo poc'anzi, il teatro delle vicende sarà la città di Dunwall, che possiamo considerare come uno dei principali protagonisti del titolo: si percepisce infatti fin dai primissimi minuti di gioco un eccellente lavoro di direzione artistica che rende assolutamente realistica e viva una città che sembra una perfetta ricostruzione di una qualsiasi cittadina inglese post-rivoluzione industriale, con i suoi caratteristici edifici di mattoncini, le file di comignoli tutti uguali e le enormi disparità sociali con la maggior parte della popolazione costretta a vivere di stenti nei bassifondi della città e le classi più ricche che invece vivono nel lusso. All'interno di questo scenario si aggiungono un'epidemia di peste portata dai topi che hanno letteralmente invaso la città e che non lascia scampo ai cittadini e numerosi elementi steampunk, come alcune tecnologie utilizzate dai sacerdoti ed anche dallo stesso protagonista, troppo moderne per quel periodo storico. La coerenza ed il "realismo" del mondo vengono rafforzati anche dai numerosi libri, note e scritti vari che troveremo sparsi un pò ovunque e che ci permetteranno di approfondire sulle vicende politiche, sociali e storiche che hanno portato Dunwall ad essere quella che è oggi. Tutti questi aspetti ci ricordano molto da vicino Bioshock, il capolavoro di 2K Games: i primi minuti di gameplay rafforzano moltissimo questa convinzione. Ma mentre Bioschock vira a modo suo verso l'action, Dishonored è invece un titolo stealth a tutti gli effetti, che, dopo il prologo piuttosto deludente, si apre in tutte le sue molteplici possibilità. 

Corvo non è infatti un essere umano del tutto comune e potrà utilizzare alcuni poteri magici che gli consentiranno di assassinare uno a uno gli artefici del complotto messo in atto a Dunwall e riportare a galla la verità. I primi due poteri verranno acquisiti nelle primissime fasi di gioco, mentre gli altri dovremo guadagnarceli trovando le rune e gli amuleti d'osso sparsi per gli scenari. Il primo potere che acquisiremo ci darà la possibilità di teletrasportarci per brevi tragitti: quest'abilità ci tornerà utile per esplorare gli scenari indisturbati e fuori da sguardi indiscreti; poco dopo acquisiremo l'abilità di osservare dietro i muri e poter localizzare i nemici ed il loro cono visivo; altri poteri prevedono l'evocazione di un gruppo di ratti che assaggerà le carni dei soldati della milizia, un piccolo tornado che scombussolerà per un pò il senso dell'orientamento dei nemici, il potere di fermare il tempo  ed infine quello di controllare animali o nemici per brevi periodi di tempo. Anche dal punto di vista delle armi, Corvo non è messo niente male, dal momento che, oltre al suo fido coltello, sempre equipaggiato nella mano destra, avrà a disposizione una balestra con diversi tipi di dardi (da quelli narcotizzanti a quelli incendiari), pistole, granate e mine di prossimità. Insomma, a giudicare dall'arsenale a disposizione fornitoci da Piero, uno dei nostri alleati, sembrerebbe che non avremo molte difficoltà nel farci strada tra le milizie nemiche e che l'unico limite ad uccisioni sempre più cruente e spettacolari possa essere esclusivamente la nostra fantasia. Questo può effettivamente essere un modo di interpretare il titolo e nulla ci vieta di farlo, ma azioni di questo tipo avranno (ovviamente) delle conseguenze: aumenterà difatti il livello di Caos. Il Caos è un'unità di misura del nostro operato. più commetteremo uccisioni ed azioni cruente più il Caos aumenterà; un Caos alto si ripercuoterà infatti sugli scenari di gioco, più cupi, e su chi li abiterà: i topi saranno infatti presenti in numero maggiore, così come i piangenti (persone infette ad uno stadio più avanzato della malattia), oltre al fatto di portare che l'epilogo a cui potremo assistere una volta terminato il gioco sarà anch'esso più cupo. Il consiglio è quindi quello di rimanere ad un livello di Caos medio o basso e di sfruttare le abilità di Corvo per rimanere nell'ombra e di uccidere solo se strettamente necessario. In questo caso potremo anche goderci tutte le finezze messe a disposizione dagli sviluppatori, che hanno pensato di darci un'infinità di modi per portare a termine i nostri compiti, anche trovando la collaborazione di alcuni NPC che ci daranno indizi o ci suggeriranno modi differenti per raggiungere i nostri obiettivi o che potranno addirittura fare il lavoro sporco al posto nostro, ovviamente solo se a nostra volta li aiuteremo. 
È proprio approcciandosi al gioco in questo modo che il titolo si mostrerà in tutto il suo splendore: con una buona pianificazione ed accorte scelte strategiche riusciremo a venire a capo anche delle situazioni più complicate. Un risultato del genere non sarebbe possibile se non fosse supportato da un gameplay all'altezza, ma fortunatamente non è questo il caso di Dishonored, che è davvero un piacere da giocare. Nonostante la mole di azioni eseguibili sia infatti notevole, la mappatura dei comandi è perfetta: potremo infatti richiamare a piacimento i quattro oggetti o azioni più utilizzati con una delle quattro direzioni del Pad, mentre le altre potremo richiamarle in qualsiasi momento premendo LB (o L1) e selezionando l'oggetto o il potere con lo stick analogico destro. Ci ritroveremo dopo un pò di pratica a piombare in una zona sopraelevata, individuare il nostro avversario, comparire alle sue spalle con il telatrasposrto e metterlo fuori gioco tramortendolo oppure ancora potremo ucciderlo dalla distanza con un dardo incendiario oppure ancora usare una granata per distrarlo (o per eliminarlo), insomma le possibilità sono davvero moltissime ed il divertimento sta anche nella sperimentazione di quella più efficace, tenendo sempre presente che non ne esiste una migliore ma sta semplicemente a noi decidere come procedere. Seppur con qualche momento di "appannamento", l'intelligenza artificiale, fondamentale nei titoli stealth, si attesta su ottimi livelli ed i nostri nemici ci daranno in più di un'occasione del filo da torcere portandoci spesso alla morte se non saremo veloci ad elaborare delle strategie di fuga.
Dal punto di vista tecnico, Dishonored presta il fianco a qualche critica: gli ambienti sono infatti splendidamente caratterizzati e restituiscono l'idea di una città viva, seppur nella sua decadenza, ma le texture sono in generale poco definite e piuttosto "slavate", comprese quelle dei numerosi NPC, rappresentati in modo abbastanza fumettoso (ancora in stile Bioshock), ma che avrebbero avuto bisogno di un pò di cura in più. L'audio è piuttosto buono ed è costituito soprattutto dal vociare dei soldati e degli abitanti della città e dai messaggi che vengono ripetuti a cadenza regolare e trasmessi dagli altoparlanti sparsi un pò ovunque.

Tirando le somme, non possiamo che accogliere con grandissimo piacere la nascita di questa nuova IP che porta una ventata d'aria fresca nel genre degli stealth game: innanzitutto risulta davvero piacevole e divertente giocarci, la storia, nonostante non brilli per originalità, diverte, incuriosisce e ci fa continuamente domandare cosa succederà dopo, il gameplay è assolutamente eccellente ed il protagonista mascherato è incredibilmente carismatico, nonostante nel gioco non lo vedremo e non lo sentiremo mai. Titolo da avere, da giocare (e rigiocare con un approccio diverso) e serio candidato alla Top 5 del 2012. Letale.

Voto: 9/10
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