A cura di Matteo 'Leynoz' Leynaud.
Considerare Wonderbook un videogioco (nella sua accezione comune) è sbagliato. Wonderbook è, prima di tutto, una esperienza, una esperienza che incomincia dalla scatola, grande, ammiccante nella sua finitura foil che impreziosisce il disegno de il 'Libro degli Incantesimi' come fosse un tomo raro. L'esperienza continua quando si prende il Wonderbook, vellutato al tatto, con copertina rigida ma soffice e le spesse pagine di cartoncino, che ricordano i robusti libri per neonati a prova di morso, con 12 pagine azzurre piene di incomprensibili caratteri alieni.
Si inserisce il Blu-ray nella console e si affronta la (lunga) preparazione e installazione. Finalmente compaiono le prime immagini, si setta l'Eye Toy (la webcam HD per PlayStation 3) in modalità grandangolare, si seguono le ultime (ancora) istruzioni e incomincia la magia, letteralmente. Come in uno specchio ci guardiamo riflessi nel nostro schermo TV, ma il libro d'un tratto ha cambiato forma, mutando da buffo opuscolo blu, a magico e antico tomo che riluce di strani colori emanando energie arcane, e il controller Move è diventato d'un tratto un bacchetta magica nelle nostre mani, è venuto il momento di aprire le pagine del libro per scoprire i segreti che cela.


Che il progetto non è tirato via si capisce dal fatto che campeggia sulla copertina del prodotto una scritta impegnativa: Con la partecipazione di J.K.Rowling. Lo si capisce dal fatto che la collaborazione tra SCEE London Studios e la Rowling, già collaudata con l'ambizioso sito/progetto Pottermore (fortemente voluto dall'autrice per dare continuità all'universo da lei creato dopo la conclusione della saga), qui è stata ulteriormente rafforzata, permettendo di linkare l'account Pottermore al gioco in maniera che i risultati raggiunti con il Libro degli Incantesimi vengano registrati anche su PC.
Tecnicamente il libro è molto curato, si respira proprio l'atmosfera che i fan ben conoscono dai film, ciò che ne esce è sempre una gradita sorpresa e spesso le interazioni tra il giocatore e l'ambiente vi strapperanno un sorriso. Si capisce che non è stata comprata una licenza e messa lì, sperando di venderla, ma si è cercato di far immergere il giocatore in Wonderbook il più possibile, rendendo il tutto un'esperienza di gioco indimenticabile, e ognuno ha fatto la sua parte, London Studio dal punto di vista tecnico e la più facoltosa signora del Regno Unito, la Rowling, nel mantenere i più alti possibili gli standard narrativi.

Sul lato tecnico qualche accorgimento va usato perché l'esperienza sia soddisfacente, la stanza deve essere ben illuminata e la cam messa in posizione abbastanza alta perchè se l'angolo tra le pagine del libro non è abbastanza elevato i caratteri speciali non vengono identificati e la “magia” svanisce, in tutti i sensi, su schermo e su di voi (e inevitabilmente vi succederà anche quando muoverete il libro in un angolazione atipica, per vedere un oggetto apparso da un'inquadratura particolare o per vedere quanto è fatto bene e d'un tratto lo vedrete sparire).


Voto 8/10